oblato1
oblato1 s. m. (f. -a) [propr. «offerto (a Dio)», dal lat. oblatus, part. pass. di offerre «offrire»]. – 1. Nel medioevo, erano così detti coloro che erano consacrati a Dio sin dall’infanzia, per offerta (oblatio) dei genitori a un monastero o a un convento; e anche quei liberi che, o spinti dal sentimento religioso o costretti dal bisogno di protezione e di sostentamento, entravano a far parte di monasteri o chiese, assoggettandovisi con riti che richiamavano quelli della dedizione in servitù (oblatio). 2. Nell’età moderna: a. Sacerdote o laico (o. regolare) che, pur senza pronunciare voti monastici, entra a far parte di un monastero, promettendo di seguirne la regola. b. Appartenente ad alcune congregazioni religiose, maschili e femminili, con funzioni per lo più di apostolato e di assistenza: oblati di Maria Immacolata, di Maria Vergine, dei santi Ambrogio e Carlo, ecc.; oblate dell’Assunzione, del Cuore di Gesù, di san Francesco di Sales, ecc.