occamismo
s. m. – Dottrina filosofico-teologica elaborata da Guglielmo di Occam (sec. 14°) e dai suoi seguaci, caratterizzata dalla posizione critica nei confronti della fisica e della metafisica aristotelica; in partic., l’occamismo riduce la realtà a individui irrelati, oggetto di conoscenza intuitiva; gli universali sono finzioni o segni comprendenti più individui, senza alcuna realtà fuori della mente; le scienze sono costituite da una molteplicità di «abiti» o modi di conoscere, e la stessa categoria della relazione non ha realtà extramentale. Alla radice dell’occamismo sta peraltro la dottrina dell’onnipotenza divina come principio assoluto da cui deriva la radicale contingenza del reale e delle sue leggi; anche il rapporto fra intuizione e oggetto è reso problematico dall’ipotesi che Dio possa provocare l’intuizione di un oggetto non esistente. Separando fortemente la ricerca filosofica dalla fede, la teologia perde ogni possibilità di presentarsi come disciplina scientifica e di utilizzare le strutture della filosofia aristotelica; netta è altresì l’autonomia dell’organizzazione politica dello Stato rispetto alla Chiesa, che come insieme dei fedeli non può avere finalità terrena. Nella storia l’occamismo, oltre a proporre il primato dell’individuale (unica realtà nell’ordine dell’essere e del conoscere), ha indicato e sviluppato metodologie di analisi logico-linguistiche che – in rapporto alla teoria dei segni – hanno condotto verso una considerazione delle strutture filosofiche come fatti linguistici, disancorando l’orizzonte delle ipotesi mentali dal riferimento alla realtà concreta.