occhettiano
s. m. e agg. Seguace e sostenitore della linea politica di Achille Occhetto, già segretario del Partito comunista italiano e fondatore del Partito democratico della sinistra; relativo a Achille Occhetto. ◆ Una sequela di congressi, quella che sopraggiunse dopo la svolta occhettiana della Bolognina, che attenuò nei ricordi l’impatto di un congresso, il primo e l’unico dell’era Natta dopo la morte di Enrico Berlinguer, dove Achille Occhetto venne retrocesso dal ruolo di «vicesegretario» a quello di «coordinatore», vittima dei mal di pancia della destra cosiddetta «migliorista». (Pierluigi Battista, Stampa, 15 novembre 2001, p. 14, Interno) • È bastato infatti che Pdci, Verdi, occhettiani, mastelliani e dipietristi vedessero il bozzetto del logo (in tutto e per tutto simile al simbolo di tutta la coalizione) perché la fibrillazione arrivasse alla soglia di rottura. (Luca Telese, Giornale, 8 febbraio 2004, p. 6, Interni) • Così si spiega forse la lunga stagione della regressione infantile patita dalla sinistra italiana in questi anni, tra morettismo e cofferatismo, con la riscoperta della retorica occhettiana del nuovo che avanza, il riformismo che si coniuga con la radicalità e la radicalità che si congiunge con il riformismo, i valori e le carovane, fino alle recenti disquisizioni sulla fusione fredda che dovrebbe essere calda e l’acqua calda che dovrebbe essere fredda. (Francesco Cundari, Foglio, 9 aprile 2007, Inserto, p. I).
Derivato dal nome proprio (Achille) Occhetto con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
Già attestato nella Repubblica del 24 agosto 1985, p. 5, Politica (Giustino Fabrizio).