ode
òde (ant. òda) s. f. [dal lat. tardo ode, gr. ᾠδή affine al verbo ᾄδω «cantare»]. – Componimento lirico, di varia forma metrica e strofica e di vario contenuto, ma prevalentemente morale, civile o amoroso, per lo più di tono elevato; nato in Grecia come componimento musicale, tipico della lirica dorica ed eolica, si stacca dalla musica in epoca alessandrina e poi romana, e riappare nella letteratura italiana dall’età rinascimentale in poi, con struttura metrica mai fissa, ma comunque sempre ispirata ai modelli classici: le o. di Pindaro, di Alceo, di Saffo; le o. di Catullo, di Orazio; le o. del Chiabrera, in cui vengono elaborati nuovi schemi metrici intessuti di versi brevi; le o. civili del Parini; le o. del Monti, del Foscolo, del Manzoni, ecc. O. barbare, titolo di un volume di versi di G. Carducci (pubblicato in tre parti, negli anni 1877, 1882 e 1889), in cui sono rievocati episodî e temi ideali della storia antica e moderna d’Italia (per la derivazione del titolo dalla metrica dei versi, v. barbaro). Odi e inni, titolo di un’opera di G. Pascoli (1906), in cui si celebrano miti antichi ed episodî della moderna storia civile d’Italia. ◆ Dim. odicina.