odiocrazia
s. f. (spreg.) L’odio, l’avversione e l’ostilità eretti a sistema di scontro politico e di conquista del potere. ◆ le frange di quella che è stata definita «l’odiocrazia militante» di sinistra sono pur sempre residui di un ideologismo intransigente e intossicato che tra l’altro ha già dimostrato di essere controproducente per lo stesso schieramento desideroso di sostituirsi al centrodestra con i mezzi leciti della democrazia. (Pierluigi Battista, Corriere della sera, 23 gennaio 2005, p. 1, Prima pagina) • Ora si dà il caso che proprio noi, qui su queste colonne, abbiamo inventato il termine «odiocrazia» che [Pierluigi] Battista opportunamente usa, per indicare la pratica dell’odio come sistema di potere e di attacco dell’avversario. […] (a dir la verità l’odiocrazia cominciò come misura attiva contro [Bettino] Craxi, poi estesa a [Francesco] Cossiga). (Paolo Guzzanti, Giornale, 24 gennaio 2005, p. 1, Prima pagina) • «Non riconoscono la legittimità della nostra esistenza, ci vogliono tutti morti», dice ancora [Abraham] Yehoshua. Sono forse le espressioni paranoiche di un fanatico, di un guerrafondaio, di un estremista che non aspetta altro che i bombardamenti israeliani su Beirut? O c’è un senso di urgenza, e di panico, per chi sente di essere assediato da chi con Israele non vuole allacciare alcun compromesso, negandone il diritto all’esistenza e abbeverandosi ai più feroci stereotipi dell’odiocrazia antisemita? (Pierluigi Battista, Corriere della sera, 16 luglio 2006, p. 1, Prima pagina).
Composto dal s. m. odio con l’aggiunta del confisso -crazia.