offesa
offésa s. f. [lat. offēnsa, der. di offĕndĕre «offendere», part. pass. offensus]. – 1. a. Danno morale recato alla dignità di una persona (o di un’istituzione) con atti o con parole; l’atto stesso o le parole con cui si offende: fare o. a qualcuno; recare (meno com. portare) o.; ricevere, subire, patire un’o.; o. grave, atroce, sanguinosa; lieve, leggera o.; o. volontaria, involontaria; o. al capo dello stato, alle pubbliche autorità, alla bandiera, alla religione, figure di reato contemplate dal codice penale; perdonare, dimenticare le o.; vendicare le o.; lavare un’o. col sangue; riparare l’o. (da parte dell’offensore); chiedere soddisfazione o riparazione di un’offesa. b. estens. Atto, comportamento e sim. con cui si viola un principio, un valore etico, una norma comunem. accettata, o che sia comunque con questi in contrasto: o. alla legge, alla giustizia, alla libertà; o. alla morale, al pudore, al decoro; in senso fig.: costruzioni, quadri, sculture, versi che sono un’o. al buon gusto. 2. Con sign. più materiali: a. Azione di attacco armato: armi da o.; portare l’o. in un territorio; essere esposto alle o. del nemico; ant., stare sull’o., tenersi pronto ad assaltare (cfr. il più com. star sulla difesa o sulle difese, con sign. contrario). Analogam., nella scherma, il complesso delle azioni d’attacco eseguite da uno schermidore. b. Danno, in genere: E perché il mar non possa farvi offesa, Lo varcherete su la conca mia (Bembo); liberi e sicuri dalle o. dei fulmini e delle grandini (Leopardi). In senso fig., guasto, azione devastatrice su persone o cose, nelle espressioni le o. del tempo, degli anni, dell’età e sim. c. non com. Lesione traumatica in un organo o parte del corpo: o. alla spalla prodotta con arma da taglio. d. fig., non com. Impressione spiacevole ai sensi: con grave o. dell’occhio (o della vista), dell’odorato, dell’orecchio.