ognora
ognóra (ant. ognióra, 'ógni óra', ogn’óra) avv., letter. – Sempre: il poeta non possiede che le sue ali ognora crescenti (Deledda). È frequente, soprattutto in poesia, la forma tronca ognór (ant. ognior, ogni or): I0 povero Medor ricompensarvi D’altro non posso, che d’ognior lodarvi (Ariosto); anche preceduto dalla prep. a: un bel rio ch’ad ognor meco piange (Petrarca). Seguito da più (anche, raram., in grafia unita, ognorpiù), per indicare aumento continuo, movimento crescente: dico, ridico, e ognor più torno a dire (Alfieri). Come cong. temporale, ognora che, ognor che, ogni volta che: ognora ch’io mi specchio (Boccaccio).