oltraggio /ol'tradʒ:o/ s. m. [dal fr. ant. oltrage, ultrage (mod. outrage), der. di oltra, ultra (mod. outre) "oltre"; propr. "cosa che va oltre (il tollerabile)"]. - 1. [offesa grave all'onore, alla dignità, al prestigio di una persona o di un'istituzione, in taluni casi perseguita come un reato: fare, recare o.; ricevere, subire un o.] ≈ ingiuria, insolenza, insulto, (non com.) oltraggiamento, (lett.) soperchieria, (ant.) soperchio, vilipendio, (non com.) vituperazione, (non com.) vituperio. ↔ deferenza, devozione, omaggio, ossequio. ↑ celebrazione, esaltazione, magnificazione. 2. (estens.) [atto, comportamento o espressione con cui si viola un principio o una norma, con la prep. a: il suo lusso smodato è un o. alla miseria] ≈ insulto, offesa, (lett.) onta, schiaffo. 3. (lett.) [azione nociva: la sua bellezza ha subìto gli o. del tempo] ≈ danneggiamento, danno, guasto. ↑ devastazione. [⍈ OFFENDERE]