omega
omèga (o òmega) s. m. [dal gr. ὠ μέγα, propr. «o grande» cioè «o lungo»; cfr. omicron], invar. – Nome della ventiquattresima e ultima lettera dell’alfabeto greco, e del segno che la rappresenta (minuscolo ω, maiuscolo Ω), col valore di òo, corrispondente alla lettera ō dell’alfabeto latino. Nella numerazione greca, un ω con apice in alto a destra (ω′) significa 800, con apice in basso a sinistra, (′ω) 800.000; secondo un uso che risale ai filologi alessandrini, si indica con Ω il 24° libro dell’Iliade, con ω il 24° dell’Odissea. Il segno, o il nome della lettera, sono spesso assunti a simboleggiare la fine, il compimento di qualche cosa, la morte, soprattutto in unione e contrapposizione a alfa, il principio: dall’alfa all’o., dal principio alla fine (per altri usi dell’espressione alfa e o., v. alfa1). In fisica, nella forma minuscola ω indica una classe di mesoni leggeri senza sapore, di spin isotopico nullo e numero quantico di spin non minore di 1, mentre nella forma maiuscola Ω indica una classe di barioni, o iperoni, con stranezza pari a -3 e spin isotopico nullo, comprendente la particella Ω- (omega meno), la cui scoperta ha avuto una grande importanza per la classificazione degli adroni. In marina, è nome comunem. usato per indicare la bandiera corrispondente alla lettera O.