omero
òmero s. m. [lat. ŭmĕrus o hŭmĕrus]. – 1. Nell’anatomia dei vertebrati, osso lungo, pari, che da solo costituisce lo scheletro dell’arto anteriore dei tetrapodi e degli uccelli; nell’uomo ha corpo irregolarmente cilindrico, un’estremità superiore la cui porzione articolare (testa dell’o.) costituisce con la cavità glenoidea della scapola l’articolazione scapolo-omerale, e un’estremità inferiore, appiattita e notevolmente più larga del corpo, che presenta due superfici articolari, una laterale, in forma di condilo in rapporto con la testa del radio, e una mediale, in forma di puleggia, che si articola con l’ulna. Per estens., in zoologia il termine è riferito anche alle regioni articolari delle elitre degli insetti coleotteri e della coxa delle zampe anteriori. 2. Sinon. letter. di spalla, per lo più al plur.: Che ne conceda i suoi o. forti (Dante); mettean le frecce orrendo Su gli o. all’irato un tintinnìo (V. Monti). Al sing., può indicare una singola spalla, o avere valore collettivo: avevano entrambi intorno al capo una reticella verde, che cadeva sull’o. sinistro (Manzoni); e te, sì, che abbandoni Su l’omero il pallor muto del viso (Pascoli); e in senso fig.: Ma chi pensasse il ponderoso tema E l’omero mortal che se ne carca (Dante).