omicidio
omicìdio s. m. [dal lat. homicidium, comp. di homo «uomo» e -cidium «-cidio»]. – Il delitto di chi sopprime una o più vite umane: commettere un o.; reato di o.; colpevole, imputato, reo di o.; è stato accusato di tentato o.; processare, condannare per omicidio. In partic., in diritto penale: o. volontario o doloso, quello commesso intenzionalmente e consapevolmente attraverso un’azione o un’omissione (nella teologia cattolica, considerato uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio); o. premeditato, quello commesso con la circostanza aggravante della premeditazione; o. plurimo, quello che comporta la morte di più persone da parte dello stesso assassino; o. colposo, quello provocato da negligenza, imprudenza o imperizia oppure per violazione di leggi, regolamenti, ordini o discipline; o. preterintenzionale, quello provocato, senza intenzione o consapevolezza, in conseguenza di atti diretti a commettere il delitto di percossa o di lesione personale. Più genericam., uccisione: o. rituale, in antropologia culturale, denominazione di uccisioni eseguite come pratica di magia, spec. di magia nera, distinte quindi dai sacrifici. Per o. bianco, v. bianco1, n. 4.