omissare
v. tr. Coprire con omissis; omettere. ◆ Il 3 novembre del 2001, alle 16,58 gli investigatori della squadra mobile intercettano nei locali di Salvatore Gottuso una conversazione tra quest’ultimo, Rosolino Ferrante e un «politico» il cui nome è però omissato. (Francesco Viviano, Repubblica, 10 marzo 2005, Palermo, p. 2) • qualora il magistrato procedente ritenga di non utilizzare simili conversazioni, si è diffusa la prassi (suggerita talora anche in sede parlamentare) di non indicare negli atti resi noti alle parti il nome del membro del Parlamento, e di coprire con «omissis» il contenuto delle sue conversazioni così intercettate, in modo da renderne impossibile la conoscenza. E ciò è avvenuto, per quanto risulta, anche nell’inchiesta milanese su Antonveneta, dove sono state «omissate» (per usare questo terribile neologismo) tutte le conversazioni di membri del Parlamento casualmente intercettate su utenze di terze persone. (Vittorio Grevi, Corriere della sera, 14 agosto 2005, p. 32, Cultura) • tra gli atti depositati e consegnati su dvd ai legali, l’elenco delle telefonate (data, ora, chiamante, chiamato) è stato omissato, e solo negli uffici dei pm gli avvocati hanno potuto visionare l’originale, facendosi almeno un’idea dei nomi dei parlamentari in questione. (Luigi Ferrarella, Corriere della sera, 20 marzo 2007, p. 24, Cronache).
Derivato dal s. m. inv. lat. omissis con l’aggiunta del suffisso -are1.
Già attestato nella Stampa del 23 aprile 1994, p. 11, Interno (F. L. L.).