ondata
s. f. [der. di onda]. – 1. Colpo di mare provocato da un’onda piuttosto grossa e violenta: la barca fu capovolta da un’o.; le o. si abbattevano furiose contro il molo; altissime o. si sollevavano fino al ponte della nave e spazzavano la coperta. 2. estens. e fig. a. Massa, grande quantità di elementi, di persone o cose che si diffonde, si riversa, investe o urta, come un’onda, con movimento più o meno impetuoso: un’o. di fumo invase la stanza; un’o. di cattivo odore ci sommerse; un’o. di rossore gli affluì al viso; un’o. di gente si riversò nella piazza; un’o. di virus informatici ha invaso il web; spec. nella locuz. avv. a ondate, per esprimere la ripetizione e l’insistenza del movimento: globi di fumo denso, a ondate (Verga). In partic., durante la prima guerra mondiale, il termine fu usato per indicare l’urto delle fanterie a impulsi successivi e incalzantisi destinati a travolgere le difese avversarie: attacco a ondate; alla terza o. il nemico fu messo in rotta; più recente è il riferimento al susseguirsi di squadriglie di aerei da bombardamento sopra un obiettivo: bombardamento a ondate, in più ondate, a o. successive; la prima squadriglia si era appena allontanata, che già si vedeva apparire la seconda ondata. b. Manifestazione improvvisa e lenta di un fenomeno atmosferico tale da recare disagio, fastidio e sim.: un’o. di caldo, di freddo; un’o. di maltempo si è abbattuta sull’Italia; o insorgenza particolarmente forte di un sentimento collettivo, di massa: un’o. di entusiasmo, di malcontento, di ribellione, di sdegno. Nel linguaggio econ., o. al ribasso (o di ribasso), improvviso calo dei prezzi, soprattutto per effetto di crisi economica. Per estens., o. di scioperi, di arresti, di licenziamenti, il ripetuto e massiccio verificarsi di tali eventi.