ondivagare
v. intr. Vagare sulle onde; in senso figurato, non assumere o non tenere una posizione precisa, chiara, ben definita. ◆ Al destino, al caso, alle combinazioni fortuite Bobo Piana ci crede, eccome! Anzi, con un pizzico di civetteria e di understatement, è pronto ad affermare che la sua vita professionale, praticamente, si basa sulla casualità e sul destino. Vezzi, naturalmente. Ma intanto le strane combinazioni davvero non mancano nel suo ondivagare tra le attività che rendono ricco, vario e inusuale il suo curriculum. Intanto Bobo è un ballerino coreografo. (Dada Rosso, Stampa, 24 novembre 2000, Torinosette, p. 6) • [Gianni Agnelli] Ha visto il fratello Umberto ondivagare in alleanze e strategie in contrasto tra loro, con la storia dell’azienda e con la sua personale. Ha verificato, lui che celebrava la forza, la debolezza, anche d’animo, di tutti quelli che si lasciava alle spalle. Ha cercato estremi rimedi che difficilmente gli sopravviveranno. (Gabriele Romagnoli, Repubblica, 25 gennaio 2003, p. 12, Economia) • Obiezione: anche a sinistra c’è chi, sia pure meno ondivagando, si è battuto per anni per il proporzionale e invece ora si leva furente contro l’iniziativa della destra. Vero. Verissimo. Ma la risposta, su questo punto, va lasciata ancora a Berlusconi che dieci mesi prima (dieci mesi) delle «politiche» del 2001 che si avviava a vincere, respinse l’idea di una riforma elettorale proposta dall’Ulivo e assai meno radicale di quella di oggi, con queste parole: «Il tempo è scaduto». (Gian Antonio Stella, Corriere della sera, 15 settembre 2005, p. 2, Primo piano).
Derivato dall’agg. ondivago con l’aggiunta del suffisso -are1.
Già attestato nella Repubblica del 18 aprile 1989, p. 13, Politica estera (Fabio Barbieri).