opale
s. m. o f. (ant. opalo m., opala f.) [dal fr. opale, femm., che è dal lat. opălus, gr. ὀπάλλιος i quali a loro volta provengono dal sanscr. ùpala- «pietra preziosa»]. – 1. Minerale, di lucentezza vitrea, talvolta grassa o ceroide, colore bianco lattiginoso, o anche azzurrognolo, giallo aranciato, rosso, nero o verde, raramente incolore e trasparente, costituito di silice idrata, usato come gemma e per la fabbricazione di piccoli oggetti artistici. O. nobile (o orientale), varietà pregiata di colore bianco lattiginoso, talora con tendenza all’azzurro o al grigio perla (raramente con colore deciso: giallo, rosso, verde, nero) e semitrasparente, che presenta accentuata opalescenza e iridescenza; secondo come si manifesta il gioco di luce, l’opale nobile prende nomi diversi: o. arlecchino, con numerosissime macchiette iridescenti; o. a fiamma, con iridescenza a strisce; o. girasole, quasi trasparente, con opalescenza azzurra; o. dorato, con accentuato riflesso aureo; o. nero, con giochi di colori che risultano sul fondo scuro; o. di fuoco, varietà rossa proveniente dal Messico; o. xiloide, legno fossile silicizzato. 2. Opale d’acqua, o. di Ceylon, sinonimi di pietra di luna, varietà d’ortoclasio. 3. Nel linguaggio letter. e poet., colore bianco lattiginoso tendente all’azzurro, o grigio perla, che è proprio delle varietà più note dell’opale nobile, attribuito soprattutto al cielo, talvolta agli occhi: Il disco [del Sole], grandissimo, pende Rossastro in un latte d’o. (Pascoli); anche in funzione appositiva, sempre invar. e posposto a un agg. o sost.: un cielo o.; un bel grigio o.; una seta opale.