operatore
operatóre s. m. [dal lat. tardo operator -oris]. – 1. (f. -trice) a. Chi opera, chi compie determinate azioni o operazioni, per lo più abitualmente. Raro in usi generici: o. del male; o. di incantesimi; o. d’inganni; e ant. con il sign. di lavoratore agricolo, bracciante, operaio. b. Con riferimento a chi compie operazioni chirurgiche: chirurgo o.; anche assol.: un valente operatore. 2. (f. -trice) Nella classificazione professionale, genericam., chi è addetto al funzionamento e al controllo di determinati tipi di macchine, dispositivi, impianti: o. radiofonico, o. televisivo, o. di impianti telefonici; o. alla torre di controllo, negli aeroporti; o. di radar; o. alla tastiera, nelle macchine tipografiche; nei centri di elaborazione elettronica, o. alla console, lo stesso che consolista (v.); o. cinematografico, chi manovra la macchina da proiezione (o. di cabina o di proiezione) o da presa (o. di presa), oppure controlla l’azione, l’inquadratura, ed esegue i movimenti di macchina (o. di macchina o di ripresa); aiuto o., assistente o., il collaboratore diretto dell’operatore; o. del suono, il tecnico addetto a registrare i suoni. Con uso più recente, nel linguaggio sindacale e giornalistico, il termine, seguito da una specificazione, è riferito a persone, con funzioni e gradi anche diversi, che operano in un determinato settore, soprattutto dei servizî o dell’amministrazione pubblica (per es., il titolo di o. sanitario include sia il personale medico sia quello paramedico): o. scolastico, sociosanitario, carcerario; o. turistico (anche detto tour operator); o. culturale; o. nel campo dell’informazione, della pubblicità; o. ecologico (v. ecologico). 3. (f. -trice) In economia, in senso generico, o. economico, soggetto che interviene sul mercato o come venditore o come acquirente di beni o servizî. Con senso specifico: o. di borsa, chi tratta affari nelle borse valori e nelle borse merci; o. di banca, funzionario della banca che esegue le operazioni di compravendita di titoli, cambî, ecc., per ordine della clientela o della direzione della banca; o. in titoli, colui che tratta in borsa la compravendita dei soli titoli. 4. Nel linguaggio scient., ente che determina una operazione da eseguirsi su un altro ente. In matematica, è il simbolo di un’operazione o, più in generale, di un’applicazione; più specificamente, esso indica l’operazione che si deve eseguire su un oggetto per passare alla sua immagine; in partic.: o. differenziale, quello che implica un’operazione di differenziazione o di derivazione parziale o totale sopra una funzione o un insieme di funzioni (per es., il laplaciano); o. integrale, quello che implica una o più operazioni di integrazione; o. vettoriale, che si applica a vettori o dà luogo a un vettore (sono tali il gradiente, la divergenza, il rotore, ecc.). In logica matematica, o. logico, simbolo che trasforma una forma enunciativa (cioè un’espressione nella quale si trovano affermazioni che non sono enunciati, e di cui non ha senso dire che sono vere oppure false; per es., «x + 5 = 7») in un enunciato, o in un individuo logico, o in un attributo, e che è rispettivamente un quantificatore nel primo caso, un o. descrittivo nel secondo, un o. di astrazione nell’ultimo. Nella meccanica quantistica, sono detti operatori quegli enti matematici che si fanno corrispondere alle osservabili (cioè alle grandezze che caratterizzano un sistema fisico e che possono essere osservate e misurate), in modo che l’applicazione di tali enti alla funzione di stato che rappresenta il sistema permette di determinare il valore aspettato delle grandezze in questione. Nella tecnica del calcolo elettronico, denominazione di elemento circuitale che effettua una determinata operazione (addizionatore o sommatore, moltiplicatore per una costante, derivatore, integratore, ecc.). 5. In linguistica, è detto operatore un elemento linguistico privo di significato che serve a costruire una frase (per es., la cong. che nella frase temo che venga). 6. In genetica, tratto di DNA che fa parte di un operone e condiziona la trascrizione dei geni strutturali immediatamente adiacenti.