operazione
operazióne s. f. [dal lat. operatio -onis, der. di operari «operare»]. – 1. In genere, l’atto dell’operare, l’attività di chi opera, di chi compie un lavoro o un’azione. Nella lingua ant., la parola aveva uso più ampio, riferita sia ad attività materiali sia ad azioni morali: le o. del fabbro, dell’artigiano; il fine delle o. umane; anche con senso più astratto, l’operare, inteso in senso assol.: cominciò lo mio spirito naturale ad essere impedito ne la sua o. (Dante); o con riguardo al produrre determinati effetti (con sign. affine ad azione, efficacia): l’o. della grazia sugli uomini; l’o. di un rimedio, di una medicina. Oggi il termine è usato per lo più (oltre ai sign. particolari e più determinati definiti più avanti) per indicare atti complessi, difficili, o anche semplici ma che richiedono attenzione, precisione, pazienza: un’o. complicata, laboriosa, delicata; l’o. di estrarre un dente; l’o. di infilare le perle, di incollare i frammenti di un vaso rotto (talora con tono enfatico o scherz.: era tutto intento all’o. di piantare un chiodo, di attaccarsi un bottone; la difficile o. di applicare un francobollo); o per indicare genericam. atti che non costituiscono per loro natura un vero e proprio lavoro: l’o. di contare i soldi, di confezionare un pacco, di fare la punta alla matita, di riempire la penna stilografica, di spennare un pollo, di sbucciare le patate; o, infine, con riferimento agli atti diversi e molteplici che sono necessarî, nel loro insieme, per compiere un determinato lavoro: le o. di montaggio di un motore; le varie o. di pulizia della casa; per riportare la vettura sul binario fu necessaria tutta una serie di o. preliminari. Anche di attività non materiali: le o. della mente, dell’intelletto, dello spirito. 2. a. Complesso, serie di atti coordinati fra loro e diretti a un fine; soprattutto in determinate locuz. che ne specificano il carattere e la natura: un’o. di polizia (e specificando ulteriormente: un’o. antimafia, antidroga); o. di rastrellamento; o. finanziaria; o. di banca o bancaria; o. di borsa; l’inizio, lo svolgimento, l’andamento, il termine delle o. elettorali, delle o. di voto. Per le o. unitarie nella tecnologia chimica, v. unitario, n. 1 b. b. Nel linguaggio milit., complesso di predisposizioni, movimenti e azioni di truppe e mezzi logistici necessarî per assolvere un compito prefissato, in presenza o meno di una resistenza avversaria: o. offensive e difensive, o. di occupazione, di evacuazione; iniziare le o.; cessare le o.; prendere parte a un’operazione. In partic., teatro di operazioni, ampio settore di terreno nettamente delimitato da ostacoli naturali (mari, catene di montagne, ecc.) o politici (confini di stati neutrali), nel quale si possono svolgere azioni belliche; zona di operazioni, fascia di territorio delimitata anteriormente dalla linea di contatto con il nemico e posteriormente da una linea prestabilita, entro la quale l’esercito belligerante svolge le sue attività belliche operative e logistiche; linea di operazioni, il fascio di comunicazioni stradali e ferroviarie che collegano la base di operazioni logistica, posta nell’interno del territorio nazionale, con la zona delle operazioni; o. navale, atto di guerra eseguito da mezzi navali; o. aero-navale, atto di guerra eseguito in stretta collaborazione da mezzi navali e aerei secondo un piano predisposto; o. anfibia, azione bellica di sbarco in territorio nemico, compiuta in stretta e predisposta collaborazione da forze navali, aeree e terrestri; o. combinate, v. combinato, n. 3 c. 3. O. chirurgica (o, assol., operazione), qualunque intervento del chirurgo sul corpo del paziente al fine di asportare formazioni patologiche, riportare alla normalità condizioni anatomiche alterate, o migliorare, in caso di lesioni malformative, la funzionalità di una parte del corpo: o. cruenta, che necessita di un’attrezzatura particolare e si accompagna a versamento di sangue; o. incruenta, consistente in interventi manuali particolari da parte del chirurgo, senza bisogno di alcuno strumentario (riduzione di fratture, di lussazioni, ecc.); un’o. indolore, anche con uso fig. Locuzioni: fare, eseguire un’o., con riferimento al chirurgo che opera; sottoporsi a un’o., subire un’o. (fam. farsi un’o.), con riferimento al paziente; un’o. facile, ben riuscita; o. allo stomaco, al fegato, alla trachea; o. d’ernia, d’appendicite. 4. In matematica e in logica matematica, procedimento che, a partire da uno o più enti matematici o logici, detti operandi, permette di costruire un altro ente, detto risultato dell’operazione. In partic., o. aritmetiche, comprendenti, oltre le quattro o. elementari (addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione), l’innalzamento a potenza, l’estrazione di radice, l’estrazione di logaritmo. Nella moderna teoria dei numeri, le operazioni elementari assumono proprietà diverse a seconda dell’insieme numerico cui sono applicate (numeri naturali, interi, razionali, reali, complessi). In algebra, le operazioni vengono definite come corrispondenze tra elementi di uno o più insiemi, stabilite sulla base delle proprietà astratte di tali insiemi, senza riferimento a particolari rappresentazioni numeriche di essi; sono dette o. unarie, binarie, ternarie, ecc. quelle che operano rispettivam. su uno, due o tre elementi; sono dette o. interne quelle per le quali sia gli operandi sia il risultato sono elementi di uno stesso insieme, o. esterne le altre (sono tali, per es., la moltiplicazione di un vettore per un numero, che dà come risultato un vettore, e il prodotto scalare tra due vettori, che dà come risultato un numero). In analisi, per o. di passaggio al limite, v. limite, n. 3; per o. di derivazione e o. di integrazione, v. le singole voci. Nel linguaggio corrente, una delle quattro operazioni elementari dell’aritmetica: problema a due, a tre o.; o. con numeri interi, con numeri decimali, con numeri frazionarî, ecc. ◆ Dim. operazioncina, operazioncèlla, per lo più riferiti a intervento chirurgico di lieve entità o anche a operazioni facili di aritmetica.