opusdeino
s. m. Membro dell’Opus Dei. ◆ Bene, ci sono voluti 31 anni, ma il cardinal [Camillo] Ruini ha certamente ricomposto questa benedetta area. Ci sono dentro tutti, ovviamente riveduti e corretti: […] il santegidino [Mario] Marazziti e l’opusdeino [Cesare] Cavalleri, (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 14 giugno 2005, p. 1, Prima pagina) • «L’Opus è come una pompa di benzina: vengono persone in cerca di senso e, dopo il rifornimento, non chiediamo cosa se ne fanno della benzina», assicurano gli «opusdeini» ricordando che [Josemaría] Escrivá rispondeva «e cosa mi importa, ciò che conta è che sia santo!» a chi gli parlava di un suo figlio spirituale divenuto ministro o capitano d’azienda. (Giacomo Galeazzi, Stampa, 13 aprile 2008, p. 41, Società e Cultura).
Derivato dal nome proprio Opus Dei con l’aggiunta del suffisso -ino2.
Già attestato nella Repubblica del 4 settembre 1993, p. 10, Commenti (Marco Politi).