orchestra
orchèstra s. f. [dal gr. ὀρχήστρα (lat. orchestra), der. di ὀρχέομαι «danzare»]. – 1. Nel teatro greco, lo spazio posto tra la scena e le gradinate, in terra battuta e in genere di forma semicircolare, con la curva rivolta verso la cavea e con al centro l’ara di Dioniso, destinato alle danze del coro; nel teatro romano, tale spazio, semicircolare ma lastricato, venuta meno l’azione del coro, è di solito occupato dai sedili destinati ai senatori e ai personaggi ufficiali ed è detto platea. 2. Nel teatro moderno, la parte anteriore della platea, sotto il palcoscenico, riservata ai suonatori che cooperano all’esecuzione di uno spettacolo musicale (opera lirica, operetta, ecc.). 3. estens. a. L’insieme degli strumenti, di numero e qualità variabili, che collaborano a un’esecuzione musicale, e degli esecutori stessi: grande o., formata da tutte le famiglie di strumenti, e soprattutto numerosa nella famiglia degli archi; piccola o., quella in cui il numero degli archi è ridotto e mancano in genere gli ottoni e le percussioni; o. teatrale, sinfonica, da camera; o. jazz; l’o. della Scala, di S. Cecilia, del Maggio musicale fiorentino; concerto per violino e o.; oratorio per 4 voci e o.; suonatore, professore d’o.; direttore d’o.; l’o. aveva aperto le danze e adesso la rotonda della birreria era percorsa da un movimento ondulatorio (Melania Mazzucco). b. Con uso estens., scherz., insieme di suoni, rumori, voci sgradevoli: senti che o. al piano di sotto!; meno com., coro di proteste, di espressioni di biasimo, di sdegno: l’aumento dei prezzi ha fatto scatenare un’o. di lamentele. c. fig. Insieme, accordo armonioso di più elementi: un’o. di colori, di immagini, di sensazioni. ◆ Dim. orchestrina, piccola orchestra di musica leggera, che suona negli spettacoli di varietà, nei caffè-concerto, nelle sale da ballo, e sim.; accr. orchestróna, e, meno com., orchestróne m., orchestra formata di numerosi elementi.