orfico
òrfico agg. e s. m. [dal lat. Orphĭcus, gr. ᾿Ορϕικός] (pl. m. -ci). – 1. agg. a. Relativo a Orfeo, mitico cantore greco: musica o.; la cetra o.; canti orfici. b. Che si riferisce al movimento e alla dottrina dell’orfismo, e al culto che vi era connesso: iniziazione o.; sètte orfiche; misteri, riti orfici. Inni o., raccolta comprendente 87 inni e una composizione in esametri, gli Argonauta, composti da autore ignoto intorno al 4°-5° sec. d. C. in ambiente neoplatonico e neopitagorico, un tempo attribuiti a Orfeo. Laminette o. (v. laminetta). c. fig., letter. Misterioso, esoterico, con riferimento soprattutto a forme di espressione lirica in cui viene esaltato il valore magico dei segni (sia parole, sia colori o suoni) con cui l’ispirazione si concreta; in partic., relativo alla corrente pittorica detta orfismo (o anche cubismo orfico). Canti orfici, titolo di una raccolta di poesie, prose liriche e frammenti pubblicata nel 1914 dal poeta Dino Campana (1885-1932). 2. s. m. (f. -a) Seguace dell’orfismo, in pittura.