orgia
òrgia s. f. [dal lat. orgia, neutro pl., gr. ὄργια (pl. di ὄργιον), affine a ἔργον «opera»] (pl. -ge o -gie). – 1. Cerimonia rituale, frequente nella tradizione di numerose religioni (grandi feste iniziatiche o agricole, celebrazioni misteriche in onore di divinità come Demetra, Dioniso, Bacco, Orfeo, ecc.), consistente in una manifestazione di carattere tumultuoso, i cui partecipanti, sottraendosi temporaneamente alle norme che regolano il comportamento consueto della comunità, si abbandonano a un’esplosione senza freno della vita fisica e psichica; al di là di precise tradizioni religiose, il motivo dell’orgiasmo come infrazione di norme date è presente in tutte le tradizioni popolari persistendo in varie forme anche nel moderno carnevale. Orge (o feste) dionisiache, nell’antica Grecia, le celebrazioni del culto di Dioniso, durante le quali le baccanti partecipavano al furore sacro indotto dal culto orgiastico proprio di quel dio con forme di eccitazione parossistica che si coronava addentando vivo o mangiando crudo (omofagia) un cerbiatto, incorporazione di Dioniso. 2. Per estens., riunione di persone che si comportano senza alcuna inibizione, spec. sessuale, e le manifestazioni stesse di tale comportamento (in partic., la pratica dell’amore di gruppo): darsi alle o.; passare una notte di orgia o di orge; più genericam., baldoria sfrenata e rumorosa, durante la quale ci si abbandona a eccessi e stravizî: o. carnevalesche, o. di capodanno. Fig., grande quantità, profusione eccezionale, straordinaria, che eccita, che sconvolge: un’o. di luci, di suoni, di colori; un’o. di sangue; anche, semplicem., eccesso, quantità esagerata: un’o. di letture, di discorsi, di citazioni. ◆ Dim., non com., orgétta.