ortodosso
ortodòsso agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. tardo orthodoxus, gr. ορϑόδοξος, comp. di ὀρϑός «retto, corretto» e δόξα «opinione»]. – 1. a. In senso generico, che accetta integralmente le dottrine religiose affermate come vere da una determinata Chiesa e ne osserva il culto: cattolici o., valdesi o., anglicani o., ecc.; dottrine, affermazioni, opinioni ortodosse. In partic., per la Chiesa cattolica sono scrittori, pensatori, teologi o. quelli che seguono la dottrina professata dalla Chiesa, e opinioni, proposizioni o. quelle conformi ai suoi insegnamenti. b. Con sign. più determinato, Chiesa o. è la denominazione assunta dalla Chiesa greca (in base all’identificazione dell’ortodossia con la fede proclamata dai primi sette concilî ecumenici) per caratterizzarsi e contrapporsi alla Chiesa romana dopo lo scisma del 1054 (liturgia o., rito o., catechismo o., prete o., ecc.); e col sost. ortodossi s’intendono in genere gli appartenenti alle varie Chiese cristiane ortodosse orientali di rito bizantino, organizzate in varî patriarcati (tra esse la più importante, anche per numero di fedeli, è la Chiesa russa). 2. Per estens., che aderisce strettamente a una dottrina, anche non religiosa: gli idealisti o.; i socialisti o.; un freudiano o.; avere opinioni o. in fatto di morale, di politica, d’arte. Con uso più o meno scherz.: per quanto riguarda le convenzioni sociali io sono poco o., ho idee mie, non coincidenti con quelle comunemente accettate; maniere poco o., modi di agire che non rispettano le convenzioni sociali o le regole stabilite, o, anche, maniere sconvenienti, brutali.