ostacolismo
s. m. Nell’ippica, gare di salto a ostacoli. ◆ Anthony Peter McCoy, ventottenne irlandese della Contea di Antrim, chiede ai 7200 metri e ai 30 ostacoli della pista di Aintree la prima vittoria nella corsa che per gli inglesi vale più di ogni altra. Sarebbe la numero 272 ottenuta nella stagione, che per l’ostacolismo – stranezza tutta inglese – va dal 1° maggio al 30 aprile, ma da sola conterebbe più del record stabilito martedì, superando Sir Gordon Richards che, in piano, aveva messo insieme 269 successi nel 1947. (Franco Raimondi, Corriere della sera, 5 aprile 2002, p. 45, Sport) • Questo pomeriggio, San Siro completa (o quasi) l’intero ciclo del suo «ostacolismo». Le Capannelle se lo sono srotolato gradualmente nell’inverno. Milano, un tempo, raccoglieva in primavera, gli esiti della campagna invernale romana e li rielaborava, sulle sue piste esclusive, severe, fino alle soglie dell’estate: per consegnarli agli agili percorsi meranesi. Ad autunno inoltrato, gli «ostacoli» tornavano a Milano. E Roma riprendeva il ciclo invernale. (Mario Fossati, Repubblica, 16 maggio 2004, Milano, p. XIII) • A Merano, dove le giornate invernali non di rado si truccano da primavera, le passeggiate, i giardini e i parchi si sprecano e, fortunatamente, da quando, dopo la prima guerra mondiale, il Sud Tirolo divenne italiano a nessuno saltò in mente di trasformare prati, piante e fiori in cemento. Nel 1935 qualcosa fu costruito, però: l’ippodromo di Maia, una delle più belle piste dell’ostacolismo d’Europa. (Gianni Ranieri, Stampa, 11 giugno 2005, Tuttolibri, p. 11).
Derivato dal s. m. ostacolo con l’aggiunta del suffisso -ismo.
Già attestato nella Repubblica del 29 aprile 1990, p. 25, Sport (M[ario] F[ossati]).