ostalgia
s. f. Rimpianto, ricordo nostalgico dei tempi in cui la Germania dell’Est era separata da quella dell’Ovest. ◆ Se a Berlino gioca la carta della modernità, in provincia il Partito del socialismo democratico non riesce a fare a meno dell’«ostalgia», quell’indistinto senso di delusione e di identità perduta che ancora oggi, a dodici anni dalla caduta del Muro di Berlino, fa di molti tedeschi dell’Est degli stranieri in patria. (Paolo Valentino, Corriere della sera, 14 gennaio 2002, p. 12, Esteri) • Come una sorta di fiume carsico improvvisamente tornato in superficie, è esploso negli ultimi anni il problema della memoria, della raccolta di ricordi e testimonianze sulla quotidianità della vita nella Ddr, persi via via per strada. Ad incarnare questa tendenza non è soltanto quella moda conosciuta con il neologismo di «ostalgia», che spinge molti tedeschi a collezionare vecchi simboli e oggetti d’uso quotidiano della Germania dell’Est. (Tonino Bucci, Liberazione, 7 agosto 2004, p. 15, Le Culture).
Adattato dal ted. Ostalgie.
Già attestato nella Repubblica del 20 luglio 1994, p. 12, Politica estera (Andrea Tarquini).
V. anche Ostalgie.