ostare
(ant. obstare) v. intr. [dal lat. obstare, comp. di ob- e stare, propr. «stare di contro» e quindi «opporsi, contrastare»] (io òsto, ecc.; non è usato il pass. rem. né il part. pass., e quindi neppure i tempi composti), letter. – Opporsi, impedire, fare contrasto: o. ai desiderî, ai tentativi di qualcuno; rimiro la nostra famiglia ... a quante aversità già tanto tempo con fortissimo animo abbia obstato (L. B. Alberti); ognuno cede allo impeto loro, senza potervi in alcuna parte obstare (Machiavelli). Per lo più in frasi negative, nel linguaggio burocr.: niente osta a che l’assemblea abbia luogo; se nulla osta ... (se non ci sono difficoltà, se non vi è nulla in contrario ...); di qui la locuz. nulla osta o nullaosta (v.), usata come s. m.: chiedere, concedere il nulla osta. ◆ Part. pres. ostante (ant.), di persona o cosa che è d’impedimento, che si oppone: la luce divina è penetrante Per l’universo secondo ch’è degno, Sì che nulla le puote essere ostante (Dante). È usato soprattutto in costruzione assoluta, preceduto da negazione: non ostante il divieto; questa forma, scritta in grafia unita, si è poi cristallizzata ed è rimasta nell’uso come prep. e cong., oggi invariabile (v. nonostante).