osteoclasia
osteoclaṡìa s. f. [comp. di osteo- e -clasia]. – 1. In fisiologia e in fisiopatologia, modalità di riassorbimento del tessuto osseo, operato da particolari elementi cellulari, gli osteoclasti; già presente in condizioni normali, per il continuo rinnovamento dell’osso, tale processo si presenta esaltato in alcune condizioni patologiche (osteoporosi, fratture, ecc.), rallentato in altre (osteosclerosi). 2. In chirurgia, intervento ortopedico incruento, manuale o strumentale (ormai abbandonato, e sostituito dall’osteotomia), mediante il quale si provoca, in narcosi, la frattura sottocutanea di uno o più segmenti ossei, allo scopo di correggere deformità congenite o acquisite; in partic., o. diafisaria, eseguita per l’accorciamento del femore al fine di pareggiare la lunghezza degli arti, o. modellante, per la correzione delle deformità congenite del piede, o. del callo, per correggere consolidazioni viziate, ancora incomplete, del callo osseo.