ottimismo
s. m. [dal fr. optimisme, der. del lat. optĭmus «ottimo»]. – 1. Nel linguaggio com., la disposizione psicologica che induce a scegliere e considerare prevalentemente i lati migliori della realtà, oppure ad attendersi uno sviluppo favorevole del corso degli eventi (in contrapp. a pessimismo): guardare con o. al presente, al futuro; riesce a considerare tutte le situazioni con o.; oggi non sono in vena di ottimismi; con sign. più ristretto, fiducia nella buona riuscita di un fatto, nell’evoluzione in senso positivo di una situazione, e sim.: attendere con o. il risultato di un concorso; non condivido il vostro o. sull’argomento; i fatti hanno confermato il nostro o.; notizie improntate a un cauto ottimismo. 2. Nel linguaggio filos., termine con cui ci si riferisce generalmente alla dottrina esposta da G. W. Leibniz (1646-1716) nella Teodicea (propriam. o. assoluto), secondo la quale Dio, tra tutti gli infiniti mondi possibili conosciuti intellettualmente, scelse, nell’atto della creazione, il migliore, cioè quello con la minor quantità di male per le creature. In senso ampio, ogni concezione che ritenga il mondo essenzialmente buono in quanto l’esistenza del male è in genere ricondotta agli imperscrutabili disegni della provvidenza divina o allo sviluppo dialettico di un principio razionale.