ovario
ovàrio s. m. [lat. scient. ovarium, der. del lat. class. ovum «uovo»]. – 1. In anatomia comparata, la gonade femminile, deputata alla produzione delle uova o gameti femminili. Nella specie umana è un organo pari, detto più spesso ovaia, che ha la forma e il volume di una grossa mandorla di 6 o 8 grammi, situato nel cavo retrouterino, a ridosso della parete laterale dello scavo pelvico; la sua attività è regolata dall’ipofisi e secerne due ormoni, l’estradiolo e il progesterone. 2. In botanica (considerando impropriamente gli ovuli delle piante corrispondenti alle uova degli animali), la parte basale del pistillo che racchiude uno o più ovuli e si forma per concrescimento dei margini di uno o più carpelli. Si distinguono: o. uniloculari, se prendono origine da una sola foglia carpellare o anche da più carpelli ma con i margini concresciuti tra loro, in modo da formare sempre un’unica cavità interna; o. pluriloculari, quando si originano dal ripiegarsi, verso il centro, dei margini di due o più carpelli, per cui la cavità interna risulta divisa in tante logge quanti sono i carpelli; o. supero (o libero), se il concrescimento dell’ovario con il ricettacolo è nullo; o. infero (o aderente), se il concrescimento è totale; o. semiinfero, se il ricettacolo avvolge solo la parte inferiore dell’ovario.