ovatta
s. f. [dal fr. ouate, voce di origine incerta (di cui si ha attestazione in un tardo lat. mediev. wadda)]. – Nell’industria tessile, falda composta da un insieme di numerosissime fibre, costituente il semilavorato di alcune lavorazioni del ciclo di trasformazione tessile; in partic., il semilavorato uscente dai battitoi nel cotonificio, dalle prime due carde nell’assortimento di carderia per la lana cardata, da alcune macchine per la preparazione di fondo per non tessuti (garnett, carde, ecc.). Con sign. più ristretto, feltro molto morbido ottenuto mischiando ritagli di cotone (preventivamente lavati, battuti e sfilacciati), cotone vergine e cascami di cotone ripuliti, e passando poi il tutto a una cardatrice che forma uno strato di un determinato spessore: viene usato in sartoria e in tappezzeria per l’imbottitura di abiti, divani e sim. e, previo trattamento che lo rende asettico, per impieghi sanitarî e igienici. In senso fig., allevare nell’o., crescere nell’o., con cure e delicatezza eccessiva (più com. nella bambagia). ◆ Dim. ovattina, spec. quella, meno spessa, adoperata per imbottitura di abiti.