ozioso
ozióso agg. [dal lat. otiosus, der. di otium «ozio»]. – 1. Di persona, che si astiene da ogni occupazione utile, inattiva, inoperosa, per pigrizia o anche per necessità, per bisogno di riposare: se ne sta o. dalla mattina alla sera; non è mai o. un minuto, ha sempre qualcosa da fare; il rinvio della partenza m’ha costretto a rimanere o. per tutto il pomeriggio. Più spesso di chi, per natura indolente, ama l’ozio e rifugge dall’attività: un uomo o. e dissoluto; gente, gioventù o.; con questo senso, spesso sostantivato: è un o.; per le strade si vedono i soliti gruppi di oziosi. Accademia degli o., accademia letteraria fondata a Napoli nel 1611. 2. estens. a. Riferito al tempo, trascorso nell’ozio, o nel quale si è costretti all’inattività: ore o.; giorni o.; una vita o.; diliberai, per non passare questi mia oziosi tempi sanza operare alcuna cosa, di scrivere ... (Machiavelli). b. Di cosa che si fa per ozio: l’o. passeggio domenicale nelle città di provincia. Quindi, in genere, vano, inutile, inconcludente: dispute, parole o., discorsi o.; è una domanda o., superflua, priva di senso, in quanto la risposta non può essere diversa da quella prevista; o. ripetizioni, in uno scritto o in un discorso, il ritornare senza necessità su concetti già espressi inducendo così lentezza e fiacchezza a tutto danno dell’efficacia. c. Nel linguaggio tecn., di organo che adempie a compiti secondarî, non essenziali: ruota o., in un rotismo, ogni ruota intermedia, cioè calettata su un albero che non sia né quello motore né quello condotto. d. poet. Con valore attivo, che favorisce l’ozio, che indulge alla pigrizia e alla mollezza: La gola e ’l somno e l’otïose piume Ànno del mondo ogni vertù sbandita (Petrarca); Ma ben vegg’io che le ozïose lane Soffrir non puoi più lungamente (Parini), cioè le coperte di lana. e. fig. Denaro, capitale o., che non vien fatto fruttare. f. fig., poet. Immobile, stagnante (detto delle acque): Pèra colui che primo A le tristi ozïose Acque e al fetido limo La mia cittade espose (Parini). ◆ Dim. oziosétto; pegg. oziosàccio (come sost.). ◆ Avv. oziosaménte, con accezioni varie: aspettare oziosamente, senza far nulla, restando inoperoso; passeggiare, bighellonare oziosamente, da persona oziosa, che non ha altro modo per passare il tempo; girati oziosamente gli occhi all’intorno ... (Manzoni); stare oziosamente sdraiato, in un pigro e molle abbandono; chiacchierare oziosamente, parlando di argomenti futili; ant., con tranquillità, con agio: i difensori de’ luoghi oppugnati avevano spazio di potere oziosamente fare di dentro ripari e fortificazioni (Guicciardini).