ozono
ożòno s. m. [dal fr. ozone, der. del gr. ὄζω «emanare odore»]. – In chimica, forma allotropica dell’ossigeno, di formula O3, gas di colore blu e caratteristico odore pungente, presente alla massima concentrazione atmosferica nella ozonosfera, mentre presso il suolo ha una concentrazione molto minore. In natura si forma dall’ossigeno per azione della radiazione ultravioletta di lunghezza d’onda minore di 2900 Ångström oppure, nella troposfera, per effetto delle scariche elettriche; dotato di energiche proprietà ossidanti, viene preparato artificialmente mediante speciali apparecchi (ozonizzatori) e utilizzato in preparazioni organiche (produzione di acidi azelaico e pelargonico per ossidazione dell’acido oleico, ecc.), nella disinfezione delle acque (sia di rifiuto sia potabili), nella sbianca delle cere e delle pelli, nell’invecchiamento del legno, dei vini e dei liquori, nella preparazione di profumi e medicinali. Nel linguaggio giornalistico, buco dell’o., espressione con cui è spesso indicata, impropriam., la progressiva rarefazione del manto di ozono rilevata al di sopra di alcune aree della superficie terrestre, spec. in corrispondenza dell’Antartide (v. anche ozonosfera).