pacsato
p. pass. e s. m. Chi ha stipulato un Pacs. ◆ i «pacsati» sono già legione, esercitano diritti ordinari che presto entreranno come un’abitudine nella vita della società, nel panorama delle relazioni umane e civili delle grandi città e dei piccoli centri. (Foglio, 31 gennaio 2000, p. 1, Prima pagina) • Inutile ricordare le innumerevoli obiezioni che sono già state rivolte a questo istituto, che alcuni (soprattutto la Chiesa cattolica italiana) considerano un vero e proprio attentato alla famiglia; come se estendere i diritti dei coniugi ad altri che veri e propri coniugi non sono (li chiameremo «pacsati»? c’è anche un opportuno richiamo alla pace, nel termine) riducesse il valore di questi diritti stessi. (Gianni Vattimo, Stampa, 21 ottobre 2002, p. 17, Cultura) • «non sono d’accordo sul rinviare ancora la discussione sulla pensione di reversibilità. Su questo punto bisogna dare piena equiparazione tra coniugi e pacsati: se due persone decidono di costruire una vita insieme, anche dal punto di vista economico, è giusto che la pensione vada accordata. Fatti salvi i figli, naturalmente» [Maria Luisa Boccia intervistata da Laura Eduati]. (Liberazione, 13 luglio 2007, p. 5, Politica Società).
Derivato dall’acronimo Pacs con l’aggiunta del suffisso -ato.