padanista
s. m. e f. e agg. Chi o che sostiene l’autonomia della Padania. ◆ «Non leggo la Padania», sbuffa lui, «La verità è che non mi hanno lasciato scelta. La nostra gente mi conosce. Sa che io sono autonomista da sempre. Che ho creduto nella Lega e sono rimasto in riga anche se spesso non ero d’accordo. La candidatura della [Alessandra] Guerra, sbagliatissima, è stata solo la goccia finale. Qui non siamo padanisti ma friulanisti. Ho visto la Lega cambiare. La riforma sanitaria che facemmo nel ’93, impopolare ma obbligata, la Lega di oggi non la farebbe più. Ha perso coraggio. Si è ridotta alla gestione del potere» [Sergio Ceccotti intervistato da Gian Antonio Stella]. (Corriere della sera, 18 maggio 2003, p. 10, Politica) • «Ricordatevi che la Lega è lo specchio della gente onesta!». Assioma magari criticabile, ma che dice che si potrà andare avanti anche così, a patto che si rispetti la natura del movimento padanista. (Renato Pezzini, Messaggero, 29 marzo 2004, p. 6, Primo piano) • Meglio, sempre per rimanere nell’ambito padanista, le immagini tipo Gordon, Zagor o Albi dell’«Intrepido» che il pittore [Luigi] Regianini disegna sopra i palchi di [Umberto] Bossi. Ma sono questi già gli anni in cui [Francesco] Cossiga chiama [Walter] Veltroni «il gatto Felix», [Sergio] Cofferati scrive di Tex e [Fausto] Bertinotti partecipa a dibattiti su Dylan Dog, investigatore dell’occulto. (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 13 aprile 2008, p. 30, Commenti).
Derivato dall’agg. padano con l’aggiunta del suffisso -ista.
Già attestato nel Corriere della sera del 13 febbraio 1997, p. 6, In primo piano (Fabio Cavalera).