pagano
agg. e s. m. (f. -a) [lat. paganus, quindi propr. «abitante del villaggio», e più tardi «pagano»; il mutamento di sign. potrebbe essere dovuto al fatto che l’antica religione resistette più a lungo nei villaggi che nelle città; secondo altra ipotesi paganus, che aveva già nel lat. class. il sign. di «civile, borghese, non militare», contrapponendosi quindi a miles, avrebbe acquistato il nuovo sign. perché i primi cristiani, che si consideravano militi di Cristo, chiamavano pagani, cioè «borghesi», gli infedeli; più recentemente si è sostenuto che il pagus era un’entità non soltanto sociale ma anche religiosa, con proprie feste pubbliche sacre (paganalie), sicché paganus sarebbe stato colui che si manteneva fedele ai valori sacri tradizionali del pagus]. – 1. a. Del paganesimo, che si riferisce al paganesimo: gli dei p.; la religione p.; riti, culti pagani. b. Che professa una religione pagana: popolazioni, tribù p.; gli scrittori p. della latinità. c. Come sost., seguace del paganesimo: la conversione dei p. al cristianesimo. Per estens., non cristiano, infedele, e in partic., nella tradizione letteraria dei poemi cavallereschi, saraceno, musulmano: Orlando ... Cader del ponte si lasciò riverso Col p. abbracciato come stava (Ariosto). 2. Che si richiama a valori affini a quelli della civiltà classica, precristiana, proponendo ideali e forme di vita razionale e intramondana, aliena dall’ascetismo e da ogni fondazione religiosa o trascendente dei valori, o, più estesamente, una forma di vita gioiosa, aperta ai piaceri terreni: concezione p. dell’amore; una gioia p. di vivere; il p. senso della vita, l’allegro vivere, la sensualità, l’amor del piacere (Carducci). ◆ Avv. paganaménte, in modo pagano, con atteggiamento ispirato alla civiltà classica pagana: concepire paganamente la vita.