pagoda
pagòda s. f. (ant. pagòdo o pagòde s. m.) [dal port. pagode, che è da una voce pracrita, propriam. «divino»]. – 1. a. Tipo di edificio sacro del culto buddista, diffuso in Estremo Oriente (Cina, Giappone, Myanmar, Corea, Vietnam) e derivato dallo stupa indiano (al quale impropriam. è dato talvolta il nome di pagoda): per lo più di carattere commemorativo, ha l’aspetto di una torre a base poligonale, sormontata da un’asta, con un numero dispari di piani (generalm. 7 o 9) provvisti ciascuno di un cornicione spiovente e concavo verso l’alto (il cui aggetto si riduce gradatamente a partire dal primo piano). b. Edificio, chiosco orientaleggiante di aspetto vagamente simile a quello di una pagoda, in voga in Europa spec. nel sec. 18° come elemento decorativo in parchi e giardini. c. Frequente la locuz. agg. a pagoda, riferita ad alcuni elementi architettonici simili a quelli presenti nelle pagode: tetto a p., a linee curve e a spioventi concavi verso l’alto, come nelle pagode cinesi e giapponesi; cupola a p., a estradosso rialzato come quello delle costruzioni sacre indiane. 2. In numismatica, nome di monete indiane d’oro coniate dal sec. 17° al 19°, così dette dal tipo dov’era raffigurata una pagoda o un tempio indiano; di valori varî, solitamente presero il nome dalla località di coniazione (p. di Madras, p. di Pondichéry) o dall’autorità emittente (p. sultanina). 3. ant. Idoletto, figurina di porcellana, spesso munita di testa mobile, d’origine cinese o indiana.