palinsesto
palinsèsto (raro palimpsèsto) s. m. [dal lat. palimpsestus, gr. παλίμψηστος «raschiato di nuovo», comp. di πάλιν «di nuovo» e ψάω «raschiare»]. – 1. Manoscritto antico, su papiro o, più frequentemente, su pergamena, il cui testo originario è stato cancellato mediante lavaggio e raschiatura e sostituito con altro disposto nello stesso senso (in genere nelle interlinee del primo), o in senso trasversale al primo; tale consuetudine, documentata già in età classica e diffusasi più largamente, soprattutto per la rarità della pergamena, in età medievale nei grandi centri scrittorî (per es., a Bobbio), è stata causa della perdita di opere di grande valore, anche se la lettura, almeno parziale, della scrittura sottostante dei palinsesti è stata resa possibile in passato mediante particolari reagenti chimici, e facilitata oggi dal ricorso ai raggi ultravioletti, metodo più efficace e innocuo. 2. fig., scherz. Scritto illeggibile perché pieno di correzioni, di cancellature, o anche perché in cattivo stato, sgualcito, ingiallito dal tempo. 3. Per estens., dipinto, su legno, tela o intonaco (affresco), in cui sono stati sovrapposti strati successivi di pittura. 4. Prospetto schematizzato delle trasmissioni radiofoniche e televisive, comprendente le caratteristiche tecniche dei singoli programmi e le indicazioni delle ore e dei minuti ad essi riservati, predisposto per un determinato periodo di tempo (così chiamato prob. perché di lettura non molto perspicua, o perché soggetto a successive correzioni e rimaneggiamenti). 5. In petrologia, relitto strutturale visibile in rocce metamorfiche, indicante una struttura petrografica preesistente alle ultime trasformazioni subìte.