palma2
palma2 s. f. [lat. palma, che è lo stesso etimo della voce prec., con altro sign.]. – 1. Al plur., palme (lat. scient. Palmae), in botanica sistematica, famiglia di piante monocotiledoni, che in alcune classificazioni è denominata Arecaceae (dal genere Areca: v. areca): vi appartengono specie arboree, arbustive o lianose caratterizzate da un fusto eretto, di solito non ramificato, alto una sessantina di metri, che può essere ingrossato, fino a raggiungere il diametro di un metro; nelle palme rampicanti il fusto, che presenta lunghi internodi e un diametro di alcuni cm, può raggiungere i 150-250 metri di altezza. Le foglie, di solito picciolate, persistenti per alcuni anni e tipicamente riunite in un ciuffo all’estremità del fusto, hanno grandezza variabile da pochi cm fino a una ventina di metri; sono caratterizzate da una lamina pennata o flabellata, intera e densamente pieghettata all’inizio dello sviluppo, più o meno suddivisa nelle foglie adulte. La famiglia comprende specie per lo più monoiche o dioiche, anemofile, con fiori riuniti in infiorescenze molto ramificate, di solito con inserzione laterale all’ascella delle foglie; le piante con fiori apicali fioriscono e fruttificano una sola volta. I frutti, glabri, pelosi o ricoperti da scaglie imbricate e di solito monospermici, sono bacche o drupe, con mesocarpo a volte fibroso, come nelle noci di cocco. Le palme sono ampiamente diffuse in tutte le regioni tropicali, con centri di origine nel Vecchio e nel Nuovo Mondo, comprendono circa 200 generi con qualche migliaio di specie (2500-3000) delle quali due indigene europee; in Italia cresce spontanea solo la palma nana o p. di S. Pietro martire (lat. scient. Chamaerops humilis), che vive lungo le coste tirreniche centro-merid. della penisola, in Sicilia, in Sardegna, ed è anche coltivata nei giardini; nell’Italia merid., e localmente nell’Italia settentr., in zone climaticamente favorevoli, sono inoltre coltivate una quindicina di specie originarie dell’America o dell’Asia, tra le quali Phoenix canariensis, Phoenix dactylifera, Rhaphis flabelliformis, Trachycarpus fortunei e Washingtonia filifera. 2. Nome comune delle varie piante appartenenti alla famiglia palme, che sono coltivate all’aperto, oppure in vaso per decorare appartamenti, anche in regioni diverse da quelle originarie; hanno notevole importanza economica per gli svariati prodotti che forniscono: frutti, erbaggi (v. palmito), olio, grassi, farina (v. sago), zucchero, vino, cera, avorio vegetale (v. corozo), fibre per manufatti varî, ecc. La denominazione di quelle economicamente più interessanti è perciò correlata con il prodotto da esse fornito: p. da cocco (lat. scient. Cocos nucifera), v. cocco5; p. da datteri (lat. scient. Phoenix dactylifera), tipica delle zone aride subtropicali, che vive anche in Italia nella riviera ligure, nel Mezzogiorno e nelle isole, alta fino a una trentina di metri, con fusto diritto, foglie pennate lunghe fino a 6 metri, e frutti a bacca con un solo seme, chiamati datteri, riuniti in pannocchie; p. da olio (lat. scient. Elaeis guineensis), dell’Africa equatoriale, alta una ventina di metri, con foglie pennate lunghe da 3 a 5 metri, coltivata per i frutti di colore giallo arancio, grandi come prugne, che forniscono l’olio di palma (v. oltre); p. da vino (lat. scient. Raphia vinifera), originaria dell’Africa tropicale, ma presente anche in America tropicale, da cui si ricava, tramite incisioni alla base dello spadice, un succo zuccherino detto vino di palma; palme da zucchero (lat. scient. Phoenix sylvestris e Arenga saccharifera), così denominate perché da esse, per incisione delle gemme apicali, si ricava uno zucchero detto appunto di palma; p. da sago (lat. scient. Metroxylon rumphii), originaria della Malesia e delle isole Figi, da cui si ottiene il sago; p. della cera (lat. scient. Copernicia cerifera), spontanea nel Brasile settentr., che produce per essudazione dalle foglie la cera carnauba; p. da rafia (lat. scient. Raphia pedunculata), dalle cui foglie si ricavano delle fibre tenaci (dette rafia), usate per intrecci, cordami, ecc.; p. dum (lat. scient. Hyphaene thebaica e H. benadirensis), alta da 10 a 20 metri, con tronco più volte biforcato, foglie a ventaglio, frutti riuniti a grappolo, irregolarmente globosi, contenenti un grosso seme il cui albume fornisce l’avorio vegetale, adoperato per la fabbricazione di bottoni; p. del corozo o p. avorio (lat. scient. Phytelephas macrocarpa), dell’America tropicale, con fusto nano, eretto o prostrato, foglie pennate raccolte in un ciuffo apicale, frutti a bacca sferica contenenti da 4 a 9 grossi semi con albume bianco e corneo, detto corozo, che costituisce un avorio vegetale, utilizzato per piccoli lavori al tornio, bottoni, ecc. 3. In merceologia: a. Cuore di palma, nome con cui sono chiamati in commercio i germogli commestibili di alcune palme (v. palmito). b. Legno di palma, legno duro, ma elastico, che si ricava dal tronco di varie palme, ed è utilizzato nei paesi d’origine per costruzioni, palizzate, ecc. c. Olio di palma, detto anche burro o grasso di palma (perché a temperatura ambiente ha consistenza quasi uguale a quella del burro o dello strutto), olio che si ricava dai frutti della palma da olio, di colore che va dal giallo chiaro al rosso, adoperato nei paesi d’origine per usi commestibili, per la fabbricazione di saponi, oppure come combustibile per motori. d. Vino di palma, bevanda alcolica ottenuta per fermentazione della linfa o succo ricavato per incisione dallo spadice o dal cono gemmario di molte palme. e. Zucchero di palma, liquido denso ottenuto nelle regioni costiere del Pacifico per concentrazione del succo ricavato per incisione da diversi tipi di palma. 4. a. Ramo di palma che presso gli antichi Greci e Romani era segno di vittoria; in senso fig., vittoria, premio, successo: conseguire, riportare, ottenere la p. (o la p. della vittoria); ecco di tante Sperate palme e dilettosi errori Il Tartaro m’avanza (Leopardi). Nella tradizione cristiana, simbolo della vittoria conseguita sul male con una vita di virtù; p. del martirio, simbolo (anche iconografico) del martirio affrontato in nome della fede cristiana. b. Ramo di palma (o d’olivo) che, benedetto, viene distribuito ai fedeli nella domenica delle Palme, detta anche giorno delle Palme (nel lat. eccles. dies palmarum, dominica in palmis o palmarum, ecc.), la domenica immediatamente precedente quella di Pasqua, che dà inizio alla settimana santa, e ricorda, con il rito della benedizione e processione delle palme (o dei rami d’olivo), l’ingresso trionfale di Cristo a Gerusalemme. 5. Nelle iscrizioni pagane di età tarda, segno a forma di palma, usato come elemento divisorio e anche come semplice ornamento. ◆ Dim. palmétta (v.).