palmo
s. m. [lat. palmus, misura lineare, der. di palma «palma1»]. – 1. La distanza che può misurarsi con la mano tesa e aperta, dall’estremità del pollice a quella del mignolo (sinon. di spanna): i’ ne vedea trenta gran palmi Dal loco in giù dov’omo affibbia ’l manto (Dante). Con sign. più determinato, unità di misura di lunghezza, usata prima dell’adozione del sistema metrico decimale in varî luoghi d’Italia (e ancora oggi in uso per la misura della lunghezza delle reti da pesca), del valore di circa 25-26 cm; accanto al palmo lineare erano in uso anche il p. quadrato e il p. cubo. Nel suo sign. generico, è voce viva in espressioni iperboliche per indicare estensione notevole: avere la barba lunga un p., di chi non si è rasato da un pezzo; lasciare con un p. di naso, ingannare qualcuno, deluderlo; restare con un p. di naso, essere ingannato, restare deluso nell’aspettazione; arrivare con un p. di lingua fuori della bocca, col fiato grosso; in altri casi, invece, per indicare misura o estensione limitata: alto un p., di persona bassa di statura; un p. d’ombra, un poco d’ombra; possedere pochi p. di terra; i soldati hanno resistito all’urto senza cedere un p. di terreno. Con due sign. leggermente diversi la locuz. avv. (a) palmo a palmo: a poco per volta (il territorio fu riconquistato a p. a p.); o senza omettere nulla, in ogni piccola parte (ha girato l’Italia a p. a p.). 2. Nell’uso tosc., lo stesso che palma, la parte ventrale della mano; anche nell’espressione fig. tenere in palmo di mano, avere in grande considerazione.