palo
s. m. [lat. palus, etimologicamente affine a pala1, con cui ha in comune il sign. di «ciò che si affonda nel terreno»]. – 1. Legno, avente sezione tondeggiante e sviluppo prevalente nel senso della lunghezza, che piantato in terra per un estremo serve di sostegno a piante, per fare recinzioni, palizzate, e sim.: O qual che se’ che ’l di sù tien di sotto, Anima trista come pal commessa (Dante). Per estens., qualsiasi elemento resistente di forma e di funzione analoga, anche se di materiale diverso (metallo, cemento armato, ecc.). In partic.: a. In agraria, sostegno (per lo più di legno, ma anche di pietra, cemento, ferro, ecc.), su cui si appoggiano le piante coltivate affinché crescano diritte e possano sopportare il peso dei frutti (per la locuz. fig. saltare di p. in frasca, v. frasca, n. 1 a). Per analogia, p. iniettore, strumento usato soprattutto in frutticoltura per iniettare soluzioni insetticide o fertilizzanti dentro il terreno; nel tipo più semplice, è costituito da un tubo metallico con una estremità infissa nel terreno e l’altra collegata a una pompa che aspira la soluzione e la inietta sotto pressione nel terreno. b. Nelle costruzioni civili, pali di fondazione, elementi resistenti di forma per lo più cilindrica e di lunghezza anche notevole, impiegati nelle palificate di fondazione per riportare i carichi in profondità; in partic., sono detti p. infissi quelli (di legno, di cemento armato, raramente di ferro) che vengono alloggiati nel terreno mediante battitura con apposita macchina (battipalo), e p. formati (o gettati) in opera quelli realizzati in calcestruzzo previa perforazione del terreno: questi ultimi comprendono i p. battuti, ottenuti affondando nel terreno, per mezzo di un battipalo, un tubo d’acciaio (alla cui base è applicata una puntazza), nel quale si getta il calcestruzzo e che viene poi ritirato (dopo averlo liberato della puntazza) per tratti successivi, via via che il calcestruzzo introdotto e costipato ha riempito il tratto corrispondente; e i p. trivellati, che sono i più usati e si differenziano da quelli battuti per l’introduzione, nel tubo d’acciaio (in questo caso aperto all’estremità), di una sonda che asporta la terra in successive riprese, consentendo ogni volta l’affondamento del tubo per il tratto successivo (per pali di grande diametro si usa, in luogo della sonda, una benna circolare con il bordo inferiore foggiato a denti che scavano per rotazione, e si parla allora di p. a rotazione). P. per linee aeree, elemento resistente di forma allungata, di legno, acciaio o cemento armato, impiegato per sostenere una linea aerea avente funzione di conduttore elettrico (linea telefonica o telegrafica, linea di contatto di tranvie o ferrovie elettriche), o anche per il sostentamento di linee di trazione per teleferiche, funivie, ecc.; per realizzazioni di grandi dimensioni (per es., linee ad alta tensione) si usano pali (più propriam. sostegni) a traliccio, costituiti da montanti e aste di profilati d’acciaio zincato uniti tra loro da bulloni, e p. strallati, costituiti da montanti a traliccio che lavorano a compressione e da funi di ancoraggio (stralli) che lavorano a trazione. c. Nell’attrezzatura navale, l’estremo albero poppiero dei bastimenti a vele quadre o auriche, munito soltanto di una vela aurica: da qui le denominazioni di brigantino a p., goletta a p., nave a p., quando hanno, oltre la loro alberatura caratteristica, un palo a poppa. d. Nome dato in passato a una specie d’incudine costituita da una robusta e corta asta di ferro piantata verticalmente in un ceppo. e. Nella fonderia, attrezzo mediante il quale il formatore fa girare la sagoma, quando debba lavorare una forma limitata da una superficie di rivoluzione. f. Nel pugilato, ciascuna delle quattro aste regolamentari di metallo o di legno poste come sostegno delle corde agli angoli del quadrato. g. Nel calcio e in altri sport analoghi, ciascuno dei montanti della porta: colpire il p., mancando per poco un gol; il termine è inoltre usato per indicare, al plur., la porta stessa (il portiere è fermo tra i p.) e per significare brachilogicamente che il pallone ha colpito uno dei pali anziché entrare nella porta avversaria (tre p. per la nostra squadra nel primo tempo). h. Nell’ippica, p. di partenza, p. d’arrivo, l’asta, solitamente bianca sormontata da un disco, che segna i punti di partenza e rispettivam. d’arrivo del cavallo; restare al p., rimanere fermo ai p. (di partenza), del cavallo che si rifiuta di partire al momento del via (e, fig., di persona o situazione bloccata, senza capacità o possibilità di evolversi, di migliorare). In passato, p. di distanza, palo innalzato a 100 m dalla linea di traguardo, per offrire ai fantini un punto di riferimento quando occorreva stimolare i cavalli a compiere il massimo sforzo. i. Con riferimento a tempi lontani: supplizio del p., l’impalamento; mettere al p., legare a un palo una persona, come forma di pena o di tortura. 2. fig. a. In similitudini e come termine di paragone, con riferimento alla postura, al portamento: stare ritto o piantato come un p., rigido, impettito; meno com., con sign. analogo, avere ingoiato un p., avere un p. in corpo, in frasi di tono scherz. o iron.: non lo vedremo più [don Rodrigo] andare in giro con quegli sgherri dietro, con quell’albagia, con quell’aria, con quel p. in corpo (Manzoni); con riguardo invece alla esilità del corpo, essere, sembrare un p., di persona alta ma troppo magra e ossuta, o di donna con seno piatto; il dottor Mondino Morgani, lungo, Dio mio, tre canne, senza esagerazione, e magro: un p. insomma (Pirandello). b. Fare il p., o fare da palo, stare di guardia mentre i complici compiono un furto, una rapina o altra azione delittuosa. Con sign. più generico (stare impalato, o, anche, fare la guardia) e con allusione ai pali delle viti: que’ soldati settentrïonali ... Messi qui nella vigna a far da pali (Giusti). 3. In araldica, pezza onorevole disposta verticalmente dal mezzo del capo al mezzo della punta dello scudo di cui occupa circa la terza parte; in palo, locuz. avv. che indica la disposizione di figure secondo il senso del palo, cioè verticalmente. 4. Nel gioco del bridge (e in qualche altro gioco), l’insieme delle carte di un determinato seme possedute da un giocatore; per estens., anche sinon. di seme. 5. In metrologia, nome ital. dell’unità ingl. di lunghezza pole. ◆ Dim. palétto (v.), palettino, palina f. (v. palina2); spreg. palùccio; accr. palóne, con sign. partic. (v. palone2); pegg. palàccio.