palpare
v. tr. [lat. palpare, voce onomatopeica]. – 1. a. Tastare, toccare ripetutamente con le dita o con la mano aperta un oggetto o una parte del corpo, per provarne la consistenza, la morbidezza, la grassezza: p. un tessuto, una pelliccia; p. una gallina, un coniglio; Calma la talpa sotto il chiar di luna Palpa le sue patate ad una ad una (Toti Scialoja); con sign. più generico: Agnese chiamava e richiamava il giovine per nome, e gli palpava le spalle, le braccia, le mani, per acquietarlo (Manzoni); anche, tastare a scopo diagnostico (v. palpazione): il medico mi ha palpato a lungo il fegato. b. Accarezzare per trarne eccitamento sessuale, palpeggiare: ti fai abbracciare e p. da quello zoticone, che è proprio un’indecenza (Cassola). 2. In senso fig., non com., conoscere o verificare in modo sicuro, per esperienza diretta, spec. nell’espressione p. (o far p.) con mano.