panacea
panacèa s. f. [dal lat. panacēa, gr. πανάκεια, comp. di παν- «pan-» e tema di ἀκέομαι «curare»]. – 1. Nome dato dai Greci e dai Latini a varie piante (tra cui Heracleum sphondylium, detto ancor oggi pànace, v. la voce prec.) alle quali si attribuivano virtù magiche nella guarigione di certe malattie; rimasto poi nell’uso per indicare il preteso rimedio di ogni male, è stato riferito di volta in volta a diversi prodotti ritenuti rimedî miracolosi: p. antimoniale, miscela residuata dalla calcinazione di solfuro di antimonio, nitrato e cloruro sodico e carbone; p. di Holstein, il solfato di potassio; p. mercuriale, il calomelano ripetutamente sublimato; p. universale, denominazione assegnata dagli alchimisti al chermes, minerale ritenuto capace, oltre che di guarire ogni male, anche di prolungare indefinitamente la vita; p. vegetale, lo zafferano. 2. fig. Per estens., rimedio universale, capace di risolvere ogni problema, di correggere ogni difetto, di guarire da ogni male: la legge sull’equo canone era stata presentata come una p. per il problema della casa.