pangiudiziario
agg. Che ritiene che la giustizia sia in grado di risolvere tutti i problemi e le contraddizioni della società. ◆ All’ondata pangiudiziaria degli anni Novanta (un’epoca in cui molti magistrati pensavano che tutto potesse venire risolto in un’aula di tribunale) è seguita un’ondata di riflusso durante la quale i governi hanno riconquistato una parte del terreno perduto. In queste lotte fra poteri è probabile che i magistrati, soprattutto in alcuni Paesi, siano stati avvantaggiati dalla crescente insoddisfazione della società per la «casta» che governa. […] Gli umori del Paese nel frattempo stanno cambiando. Dopo una fase in cui la filosofia pangiudiziaria dei magistrati trovava molti consensi, la società sembra divisa fra coloro per cui i procuratori hanno sempre ragione e quelli per cui la magistratura è una corporazione ambiziosa e autoreferenziale che sta rendendo un cattivo servizio al Paese. (Sergio Romano, Corriere della sera, 19 luglio 2008, p. 1, Prima pagina).
Composto dal confisso pan- aggiunto all’agg. giudiziario.