panpoliticismo
(pan-politicismo), s. m. Tendenza a far prevalere le istanze della politica nella vita e nei rapporti che regolano una società complessa. ◆ È […] patologica sia la condizione (che era propria della Prima Repubblica al suo tramonto), in cui la politica domina tutta la scena, in cui si afferma un «panpoliticismo», che travolge i vincoli, i paletti posti dalle leggi sia la condizione opposta in cui si afferma, almeno a parole, un «pangiuridicismo» che si mangia, o pretende di mangiarsi, la politica e la sua (necessaria) discrezionalità. La seconda, collegata, ragione ha a che fare con il fatto che in un Paese in cui impera il «pangiuridicismo» (da legulei), l’espressione Ragion di Stato diventa un’oscenità o una bestemmia. (Angelo Panebianco, Corriere della sera, 30 novembre 1998, p. 1, Prima pagina) • Il pan-politicismo e la subordinazione della ricerca alla politica non sono forse, d’altro canto, le accuse che si muovono ai regimi autoritari? Non ritengo dunque che l’insegnamento oggi impartito nel nostro Ateneo sia troppo lontano dai problemi più urgenti della nostra società o dalle grandi questioni «di senso» che la interrogano: semplicemente accade che tali problemi vengano interpretati o analizzati all’interno di un’indagine prospettica ampia, che ne stempera la semplificazione subordinandoli alla comprensione delle sfide complesse ed epocali con cui il mondo contemporaneo si confronta. (Elio Pelizzetti, Repubblica, 7 aprile 2006, Torino, p. VII).
Composto dal confisso pan- aggiunto al s. m. politicismo.
Già attestato nella Repubblica del 1 febbraio 1995, p. 5, Interno (Alberto Statera).