panumano
agg. Che è di tutta l’umanità, di ogni essere umano. ◆ Occorre superare il concetto di lingua come «territorio» e pensare a quel più largo orizzonte di coscienza che ha portato, attraverso l’italiano (da [Cesare] Beccaria a Primo Levi) lievito e responsabilità d’Europa, coscienza di unità, vivida presenza di una speranza: «E sulle colline di Voronej, nate ieri, / Ho sempre la radiosa nostalgia / Di quelle di Toscana, più limpide e panumane» (O[sip] Mandelstam, «Essere in vita»). L’italiano, luminosità di uno sguardo «panumano». (Carlo Ossola, Sole 24 Ore, 3 febbraio 2008, p. 38, Storia e storie).
Composto dal confisso pan- aggiunto all’agg. umano.