papavero
papàvero s. m. [lat. papāver -ĕris]. – 1. a. Genere di piante papaveracee (lat. scient. Papaver) comprendente un centinaio di specie dell’emisfero boreale, alcune delle quali sono coltivate nei giardini per la bellezza dei loro fiori; sono piante annuali, biennali o perenni con fiori bianchi, rossi o gialli, piuttosto vistosi, con 2 sepali, 4 petali, molti stami e un pistillo con grosso ovario supero senza stilo formato da una ventina di carpelli; il frutto è una capsula poricida. Particolarmente nota è la specie Papaver somniferum, detta papavero da oppio o p. domestico, probabilmente originaria della regione mediterranea centro-occid., alta anche più di un metro, poco ramosa, glauca, con grandi foglie ovate o lanceolate, grandi fiori terminali, solitarî con petali bianchi, rosei o violetti; i semi, che non contengono alcaloidi, sono utilizzati nella confezione di pane o dolci, e per estrarne l’olio (olio di papavero) incolore, di sapore gradevole se ottenuto dalla prima compressione a freddo e perfettamente indicato per l’alimentazione; con l’incisione del frutto immaturo si estrae un latice bianco che, rappreso, fornisce l’oppio. In Italia si trova come infestante delle colture o come pianta ruderale il papavero comune (lat. scient. Papaver rhoeas), detto anche rosolaccio, dai caratteristici fiori a petali rossi. b. P. cornuto, pianta delle papaveracee appartenente al genere glaucio. 2. fig. a. non com. Con riferimento alle proprietà soporifere del papavero da oppio, cosa o persona molto noiosa, che induce al sonno: è un p.; che papavero! Nel linguaggio poet., anche il sonno stesso: Dritto è perciò, che a te gli stanchi sensi Non sciolga da’ p. tenaci Morfeo (Parini). b. Per lo più al plur., le persone di maggiore autorità, di maggior prestigio nella vita pubblica (con allusione alla leggenda romana secondo cui Tarquinio il Superbo, per mostrare al figlio il metodo più sicuro per impossessarsi di Gabî, fece abbattere con un bastone nel suo giardino i papaveri più alti, volendo con ciò significare che andavano tolti di mezzo i cittadini più eminenti): gli alti p., i più alti p. (e, meno spesso, semplicem. i papaveri) della politica, dell’alta finanza, della burocrazia; anche al sing., e talvolta con l’agg. grosso: è stato qualche grosso p. a procurargli questo posto.