papilla
s. f. [dal lat. papilla «bollicina, capezzolo», dim. di papŭla (v. papula)]. – 1. In anatomia descrittiva e comparata, termine usato per indicare piccole formazioni circoscritte, spesso rilevate, di forma, natura e significato diversi: p. circumvallate, o vallate (v. circumvallato); p. dermiche, rilievi caratteristici dello strato superficiale del derma, che sono in stretto rapporto con l’epidermide; papilla della pelle, lo stesso che cresta cutanea (v. cutaneo); papilla del pelo, formazione anatomica a guisa di gemma che sporge sul fondo del follicolo pilifero, costituita dall’addensamento di tessuto connettivale, contenente vasi sanguigni e sottili rami nervosi; p. dentale (o dentaria), formazione embrionale mesodermica che darà origine alla dentina e alla polpa del dente; p. fogliata, struttura a forma di foglia situata lungo i lati della lingua dei mammiferi, sede, insieme alle papille circumvallate, dei bottoni gustativi; p. linguali, piccole formazioni rilevate presenti in grandissimo numero e di vario tipo (filiformi, fungiformi, foliate e circumvallate) sulla mucosa linguale; p. mammaria, il capezzolo della mammella; p. ottica, la regione della retina a forma di disco biancastro, appena scavato al centro, in cui le fibre del nervo ottico convergono per fuoriuscire dal bulbo; p. renale, la zona apicale della piramide di Malpighi del rene; papilla di Vater (dal nome del medico ted. Abraham Vater ‹fàatër›, 1684-1751), piccolo rilievo sporgente nell’interno del duodeno, in corrispondenza dell’ampolla di Vater, e recante all’apice un piccolo orifizio attraverso il quale sboccano nel duodeno la bile e il succo pancreatico. 2. In botanica, nome dei peli brevi e conici che impartiscono un aspetto vellutato alla superficie di un organo (per es., ai petali di certi fiori, come la viola del pensiero). ◆ Dim. papillétta, papillina.