parallasse
s. f. [dal gr. παράλλαξις «mutamento, deviazione», der. di παραλλάσσω «cambiare, spostare», comp. di παρα- «para-2» e ἀλλάσσω «mutare»]. – Spostamento angolare apparente di un oggetto, quando viene osservato da due punti di vista diversi. In partic., in astronomia, p. annua, lo spostamento apparente, nella direzione, che un astro subisce agli occhi di un osservatore terrestre, dovuto al fatto che questo muta posizione sulla volta celeste durante l’anno a causa del moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole: il punto nel quale l’osservatore vede la stella descrive in un anno sulla volta celeste una piccola ellissi (ellissi di p. o parallattica); p. diurna, il fatto per cui un osservatore posto sulla superficie terrestre vede un astro in una posizione diversa da quella in cui lo vedrebbe un osservatore ideale posto al centro della Terra, dato che la distanza angolare tra le due posizioni varia periodicamente, con periodo uguale a quello della rotazione terrestre. Errore di parallasse, errore accidentale di misurazione che si commette quando si legge una misura, indicata dall’indice di uno strumento su una scala graduata, da una posizione troppo inclinata rispetto alla corretta posizione ortogonale, causato dal fatto che, non giacendo l’indice nello stesso piano su cui è disegnata la scala, esso nella lettura, a seconda della direzione di osservazione, si vede proiettato in punti diversi della scala. P. cromatica, differenza angolare fra le posizioni del filo di un reticolo di uno strumento ottico osservato con luce di diverse lunghezze d’onda, causata dall’aberrazione cromatica del sistema ottico.