parallela
parallèla s. f. [femm. sostantivato dell’agg. parallelo]. – 1. Retta che, rispetto a un’altra complanare, non ha con essa nessun punto comune: condurre per un punto la p. a una retta data; tirare, tracciare due p.; postulato delle p., postulato secondo il quale per un punto esterno a una retta è possibile condurre una sola retta parallela alla retta data (è anche detto 5° postulato di Euclide perché enunciato, anche se in forma diversa, come quinto negli Elementi, la sua opera fondamentale). Con uso fig., nel linguaggio politico: alla formula della libera chiesa nel libero Stato, che il Giolitti riesprimeva in quella delle «due parallele che non devono incontrarsi mai» (B. Croce); convergenze p., espressione che, nell’Italia degli anni ’70 del Novecento, fu usata per descrivere il programma politico di chi sosteneva la necessità di un’intesa fra le forze cattoliche e i partiti della sinistra (altrimenti detto compromesso storico; storicamente, l’espressione è attribuita all’uomo politico Aldo Moro, più volte presidente del Consiglio). 2. In marina, semplice dispositivo usato per carteggiare, tracciare rotte e rilevamenti, e soprattutto per riportare sulle carte nautiche le rette parallele a determinate direzioni, costituito da una riga metallica munita di due rulli uguali e perfettamente paralleli che la obbligano a correre parallelamente a sé stessa. 3. Nelle opere di fortificazione, trinceramento, con andamento parallelo al fronte di attacco. 4. Nella ginnastica artistica, al plur. (le parallele), attrezzo da palestra, usato soltanto nella ginnastica maschile, formato da due sbarre di legno duro ed elastico a sezione ovale, sostenute da quattro montanti di ferro regolabili sia in altezza sia in larghezza (distanza tra le sbarre), sul quale si eseguono esercizî di appoggio con le mani, con le ascelle e con le spalle, ed esercizî di volteggio; p. asimmetriche, quelle con sbarre poste ad altezze disuguali, che si adoperano, soltanto nella ginnastica femminile, per taluni esercizî di sospensione, di slancio e di appoggio eseguiti solo di passaggio. Il termine è usato anche per indicare il complesso degli esercizî che si eseguono su questi attrezzi: alle p., è sempre stato un campione.