pargoleggiare
v. intr. [der. di pargolo] (io pargoléggio, ecc.; aus. avere), letter. – Fare cose da pargolo, da bambino, o comportarsi come tale, bamboleggiare: a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia (Dante); s’avete, Fide e care compagne, Di meco qui pargoleggiar vaghezza (Marino). Anche, cominciare a manifestarsi, essere agli inizî, essere ancora imperfetto, immaturo: la scienza pargoleggia tra le supreme finezze dell’arte (E. Cecchi). Per estens. (e con tono spreg.), riferito talora a società, a periodi letterarî e sim., giudicati privi di serietà e di profondità spirituale, vani, leziosi: il Settecento spesso pargoleggia; Secol superbo e sciocco, ... Al tuo pargoleggiar gl’ingegni tutti ... Vanno adulando (Leopardi). ◆ Part. pres. pargoleggiante, anche come agg.: atteggiamenti, comportamenti pargoleggianti.