pargolo
pàrgolo s. m. e agg. [lat. parvŭlus, dim. di parvus «piccolo»; cfr. parvolo], letter. – 1. s. m. (f. -a) Fanciullo, bambino: la maggiore parte de li uomini vivono secondo senso e non secondo ragione, a guisa di pargoli (Dante); Ecco ci è nato un Pargolo, Ci fu largito un Figlio (Manzoni, che traduce Isaia 9,6: «Parvulus enim natus est nobis, et filius datus est nobis»); su ’l rio passeggiava mia madre Florida ancor ne gli anni, traendosi un p. a mano (Carducci); anche in usi scherz. e fam.: sono tuoi quei p. così tranquilli?; quando nasce il pargolo? A differenza del dim. pargoletto, il femm. è meno usato. 2. agg. Piccolo: ha un figlio ancora p.; anche, non sviluppato, imperfetto, immaturo: non è p. uomo pur per etade, ma per costumi disordinati e per difetto di vita (Dante); la forza p. di Dore (Pascoli). ◆ Dim. pargolétto, usato in genere con tono vezz. (v. la voce).